Prevenzione Incendi De Dona
Non hai i requisiti per l'utilizzo di questo applicativo. Se sei interessato invia mail a:
pi.dedona@gmail.com.
La presente applicazione elabora gli allegati alla relazione tecnica e consente di scaricarli in word.
Si possono elaborare i seguenti allegati:
  • Calcolo del carico d'incendio (Capitolo S.2. DM 3/8/2015 s.m.i.);
  • Calcolo della distanza di separazione con metodo tabellare e analitico (Capitolo S.3. DM 3/8/2015 s.m.i.);
  • Specifica d'impianto della rete idrica antincendio (UNI 10779);
  • Specifica dell'impianto sprinkler (UNI EN 12845);
  • Specifica dell'impianto rilevazione incendio (UNI 9795);
  • Specifica dell'impianto avacuazione fumi e calore (UNI 9494);
  • Relazione impianto fotovoltaico (linea guida nota n. 1324 del 07/02/2012).



Selezione allegati da scaricare in word
Si desidera scaricare la relazione CARICO D'INCENDIO in word ? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione DISTANZA DI SEPARAZIONE A CIELO LIBERO in word ? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione SPECIFICA RETE IDRICA ANTINCENDIO NORMA UNI 10779 VERSIONE 2021 in word ? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione SPECIFICA IMPIANTO SPRINKLER NORMA UNI EN 12845 in word ? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione SPECIFICA IMPIANTO RILEVATORI FUMO NORMA UNI 9795 in word ? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione SPECIFICA IMPIANTO EVACUATORI FUMO NORMA UNI 9494 in word? SI
NO
Si desidera scaricare la relazione SPECIFICA PER IMPIANTO FOTOVOLTAICO in word? SI
NO


Carico d'incendio max 10 tipi di materiale

Inserire la SUPERFICIE LORDA del compartimento [m2].
Inserire la superficie su cui risulta DISTRIBUITO IL MATERIALE COMBUSTIBILE. In caso di distribuzione uniforme essa si può ritenere coincidente con la superficie del compartimento.
LIVELLI DI PERICOLOSITÀ
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ I: Aree che presentano un basso rischio di incendio in terminidi probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza SI
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ II: Aree che presentano un moderato rischio di incendio in terminidi probabilità di innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da parte delle squadre di emergenza SI
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ III: Aree che presentano un alto rischio di incendio in terminidi probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio stesso da parte delle squadre di emergenza SI
STRATEGIA CONTROLLO INCENDIO
Strategia Controllo incendio
LIVELLO DI PRESTAZIONE I O II
nessun requisito o è presente solo la protezione di base (estintori)? SI
Strategia Controllo incendio
LIVELLO DI PRESTAZIONE III
è presente una rete idranti con sola protezione interna? SI
è presente una rete idranti con protezione interna ed esterna? SI
Strategia Controllo incendio
LIVELLO DI PRESTAZIONE IV O V
è presente un sistema automatico ad acqua o schiuma e rete idranti con protezione interna? SI
è presente altro tipo di sistema automatico di spegnimento e rete idranti con protezione interna? SI
è presente un sistema automatico ad acqua o schiuma e rete idranti con protezione interna ed esterna? SI
è presente altro tipo di sistema automatico di spegnimento e rete idranti con protezione interna ed esterna? SI
STRATEGIA GESTIONE SICUREZZA
Strategia Gestione Sicurezza
LIVELLO DI PRESTAZIONE I
(I) Nessun requisito! SI
Strategia Gestione Sicurezza
LIVELLO DI PRESTAZIONE II O III
(II) una gestione della sicurezza a livello avanzato.
(III) una gestione della sicurezza a livello avanzato per attività complesse.[1]

[1] per l'applicazione gli addetti antincendio devono garantire la presenza continuativa durante le 24 ore

SI
STRATEGIA CONTROLLO FUMI E CALORE
Strategia Controllo fumo calore
LIVELLO DI PRESTAZIONE I O II
(I) Nessun requisito.
(II) Deve essere possibile smaltire fumi e calore dell'incendio da piani e locali del compartimento durante le operazioniu di estinzione condotte dalle squadre di soccorso.
SI
Strategia Controllo fumo calore
LIVELLO DI PRESTAZIONE III
(III) Deve essere mantenuto nel compartimento uno strato libero dai fumi che permetta la salvaguardia degli occupanti e delle squadre si soccorso, nonché la protezione dei beni se richiesta. I fumi e calore prodotti non devono propagarsi ai compartimenti limitrofi. SI
STRATEGIA RIVELAZIONE ED ALLARME
Strategia Rivelazione ed allarme
LIVELLO DI PRESTAZIONE I O II
(I) La rivelazione ed allarme e demandata agli occupanti.
(II) Segnalazione manuale e sistemi d'allarme esteso a tutta l'attività.
SI
Strategia Rivelazione ed allarme
LIVELLO DI PRESTAZIONE III O IV
(III) rivelazione automativa estesa a porzioni dell'attività, sistema d'allarme, eventuale avvio automatico di sistemi di protezione attiva.
(IV) rivelazione automativa estesa a tutta l'attività, sistema d'allarme, eventuale avvio automatico di sistemi di protezione attiva.
SI
STRATEGIA OPERATIVITÀ ANTINCENDIO
Strategia Operatività antincendio
LIVELLO DI PRESTAZIONE I O II O III
(I) Nessun requisito
(II) Accessibilità per i mezzi di soccorso
(III) Accessibilità per i mezzi di soccorso e pronta disponibilità di agenti estinguenti.
SI
Strategia Operatività antincendio
LIVELLO DI PRESTAZIONE IV
(IV) Accessibilità per i mezzi di soccorso, pronta disponibilità di agenti estinguenti e accessibilità protetta per VIgili del fuoco a tutti i locali dell'attività. SI

N. Tipo di materiale Hi Potere Calorifico
[MJ/Kg]
gi Massa
[Kg]
mi Fatt. Part. Ψi Lim. Part.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

Distanza di separazione

Effettuare il calcolo con il METODO TABELLARE?▲ SI
Effettuare il calcolo con il METODO ANALITICO?▼ SI
Inserire lo spessore della fiamma df pari ai 2/3 dell'altezza da cui esce la fiamma [m]. Le tabelle per calcolo tabellare sono state ottenute ponendo df=3 m.
Inserire il valore dell'energia di radiazione Esoglia dipendente dalle caratteristiche di combustibilità del bersaglio. Se si desidera confrontare il calcolo analitico con il metodo tabellare inserire 12.6; nel caso si desideri verificare la distanza di separazione del luogo sicuro dall'incendio inserire un valore pari a 2.5.
Effettuare il calcolo della distanza di sicurezza con il carico d'incendio specifico calcolato automaticamente? ▲▼ SI
NO
Inserire il valore del carico d'incendio specifico nel caso non si voglia procedere in automatico.
Inserire la percentuale Pi di foratura della piastra radiante.
Inserire l'altezza Hi della piastra radiante.
Inserire la base Bi della piastra radiante.

Impianto idrico antincendio

Indicare il livello di pericolosità secondo la norma uni 10779, a seguito della valutazione del rischio incendio, al fine di definire la protezione antincendio manuale (rete idranti) I
II
III
Il compartimento presenta una superficie maggiore di 4000 m2? SI
NO
La protezione interna è realizzata con naspi DN 35 (È preferibile installare naspi se l'attività ha una destinazione di tipo civile come ospedali, scuole ecc.) SI
La protezione interna è realizzata con naspi DN 60? (È preferibile installare naspi se l'attività ha una destinazione di tipo civile come ospedali, scuole ecc.) SI
La protezione interna è realizzata con idranti UNI 45? SI
Inserire il numero di naspi DN35 o DN60 o Idranti UNI 45. [es: 5]
È prevista la protezione esterna con idranti uni 70 propri dell'attività o con UNI idranti uni 70 cittadini? NO
È prevista la protezione esterna con idranti uni 70 conformi alla norma uni 10779 con pressione residua non minore di 0.3 MPa ? SI
È previstala protezione esterna con idranti uni 70 conformi alla norma uni 10779 con pressione residua non minore di 0.4 MPa?▼ SI
E' prevista la protezione esterna con idranti cittadini?▼ SI
Inserire il numero di Idranti UNI 70 [es: 5]
Inserire il numero di Idranti UNI 70 utilizzati esclusivamente per il rifornimento degli automezzi VV.F. (almeno 1) [es: 1]
L'alimentazione viene effettuata con gruppo di pompaggio conforme alla norma UNI EN 12845? SI
L'alimentazione viene effettuta tramite collegamento all'acquedotto cittadino ? SI
L'alimentazione prevista è di tipo singola? SI
L'alimentazione prevista è di tipo singola superiore? SI
L'alimentazione prevista è di tipo doppia? SI

Impianto sprinkler

Impianto ad umido o preazione SI
Impianto a secco o alternativi SI
Superficie del compartimento (m2) (?)
Altezza del deflettore più basso (altezza minima)dell'impianto sprinkler dalla base d'impilamento della merce [m] (?)
Altezza del deflettore più alto (altezza massima) dell'impianto sprinkler dalla base d'impilamento della merce [m] (?)
Altezza massima di impilamento della merce nel deposito o del materiale combustibile in generale [m] (?)
NEL COMPARTIMENTO esiste un'area con pericolo di processo LH, OH o HHP ?
NO
NEL COMPARTIMENTO esiste un'area con pericolo lieve di processo (LH)?
(esempi Appendice A)
SI
NEL COMPARTIMENTO esiste un'area con pericolo ordinario di processo (OH)?
(?)
SI
Pericolo ordinario(OH1) gruppo 1 (esempi Appendice A) SI
Pericolo ordinario(OH2) gruppo 2 (esempi Appendice A) SI
Pericolo ordinario(OH3) gruppo 3 (esempi Appendice A) SI
Pericolo ordinario(OH4) gruppo 4 (esempi Appendice A) SI
Testina sprinkler installata con fattore K=80 SI
Testina sprinkler installata con fattore K=115 SI
Nell'area OH individuata esiste una zona adibita a deposito di piccole dimensioni?▼▲ NO
SI
INSERIRE LA CONFIGURAZIONE DEL PICCOLO DEPOSITO IN AREA OH SE ESISTENTE
Superficie dell'area adibita a deposito in area OH all'interno del compartimento[mq]
ST1: merci libere o accatastate a blocchi
(Vedi disegno)
SI
ST2: merci su pallets accatastate in file singole, con corridoi di larghezza non minore di 2,4 m
(Vedi disegno)
SI
ST3: merci su pallets accatastate in file multiple (incluse file doppie)
(Vedi disegno)
SI
ST4: merci su scaffali per pallet (scaffali per pallet a correnti)
(Vedi disegno)
SI
ST5: merci su scaffali con ripiani pieni o grigliati di larghezza uguale o minore di 1 m
(Vedi disegno)
SI
ST6: merci su scaffali con ripiani pieni o grigliati di larghezza compresa tra 1 m e 6 m.
(Vedi disegno)
SI
NEL COMPARTIMENTO esiste un'area con pericolo alto di processo (HHP)?
(esempi Appendice A)
SI
HHP1, Processo a Pericolo Alto Gruppo 1 (esempi Appendice A) SI
HHP2, Processo a Pericolo Alto Gruppo 2 (esempi Appendice A) SI
HHP3, Processo a Pericolo Alto Gruppo 3 (esempi Appendice A) SI
HHP4, Processo a Pericolo Alto Gruppo 4 (esempi Appendice A) SI
Testina sprinkler installata con fattore K=80 SI
Testina sprinkler installata con fattore K=115 SI
Testina sprinkler installata con fattore K=160 SI
NEL COMPARTIMENTO esiste un'area con pericolo alto di deposito (HHS)?▼▲
SI
NO
HHS1, Deposito a Pericolo Alto Categoria I;
(elenco alfabetico dei prodotti e categorie - Appendice C)
SI
HHS2, Deposito a Pericolo Alto Categoria II; SI
HHS3, Deposito a Pericolo Alto Categoria III; SI
HHS4, Deposito a Pericolo Alto Categoria IV. SI
Testina sprinkler installata a soffitto con fattore K=80 SI
Testina sprinkler installata a soffitto con fattore K=115 SI
Testina sprinkler installata a soffitto con fattore K=160 SI
INSERIRE LA CONFIGURAZIONE DEL DEPOSITO CON PERICOLO ALTO HHS
Superficie della zona su cui risulta esteso l'impianto sprinkler. [mq] (?)
Larghezza dei corridoi che separano le file dei depositi [m]
Altezza uniforme delle scaffalature(ipotesi di costanza dell'altezza). (?)
ST1: merci libere o accatastate a blocchi
(Vedi disegno)
SI
ST2: merci su pallets accatastate in file singole, con corridoi di larghezza non minore di 2,4 m
(Vedi disegno)
SI
ST3: merci su pallets accatastate in file multiple (incluse file doppie)
(Vedi disegno)
SI
ST4: merci su scaffali per pallet (scaffali per pallet a correnti)
(Vedi disegno)
SI
ST5: merci su scaffali con ripiani pieni o grigliati di larghezza uguale o minore di 1 m
(Vedi disegno)
SI
ST6: merci su scaffali con ripiani pieni o grigliati di larghezza compresa tra 1 m e 6 m.
(Vedi disegno)
SI
Eventuale numero TOTALE di sprinkler intermedi (?)
Eventuale testina sprinkler intermedia con fattore K=80 SI
Eventuale testina sprinkler intermedia con fattore K=115 SI

Impianto rivelazione fumi

Selezionare il livello di prestazione massimo rivelazione ed allarme più elevato tra tutti quelli dei compartimenti presenti nell'attività.
LP II è il livello massimo di prestazione previsto nell'attività?▲ SI
LP III è il livello massimo di prestazione previsto nell'attività?▼ SI
LP IV è il livello massimo di prestazione previsto nell'attività?▼ SI
Sono previsti RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO ? SI
Sono previsti RIVELATORI OTTICI LINEARI DI FUMO? SI

Impianto evacuazione fumi e calore

Superficie lorda del compartimento A [m2]
Altezza del locale da proteggere h [m] (?)
Progettare l'impianto con la PROCEDURA GENERALE applicabile a tutte le condizioni geometriche del locale. SI
Locale con SUPERFICIE MINORE DI 600 m2 fuori dal campo di applicazione SI
Progettare l'impianto di controllo CONTROLLO FUMI E CALORE NATURALE (SENFC)?▼ SI
Progettare l'impianto di controllo CONTROLLO FUMI E CALORE DI TIPO FORZATO (SEFFC)?▼ SI
Caso particolare 1: compartimenti a soffitto con superficie As maggiore di 1600 m2, applicabile per locali con altezza h maggiore di 7 e superficie A maggiore di 1600 m2, gruppo di dimensionamento GD=3,4 o 5, barriera a fumo almeno di 1 m. SI
Caso particolare 2: compartimenti a soffitto con superficie As non superiore a 1600 m2, applicabile per locali con altezza h maggiore di 7 e superficie A maggiore di 1600 m2, gruppo di dimensionamento GD=3,4 o 5 e STU pari a 50 m2 per ogni compartimento a soffitto, barriera a fumo almeno di 1 m. SI
Numero dei compartimenti a soffitto previsti [N] (?)
Superficie utile totale di aerazione di tutti gli ENFC da installare nel compartimento ∑STU [m2] (?)
Superficie totale di aerazione per l'afflusso di area fresca ∑SCT [m2] (?)
Progettazione con rapporto STU/SCT ≥1,5 (?) SI
Progettazione con rapporto STU/SCT = 1 (?) SI
Il rilascio termico considerato per il dimensionamento dell'impianto di EVACUAZIONE FORZATA è 300
600
Superficie massima prevista del compartimento a soffitto invaso da fumo (serbatoio di fumo) As [m2] (?)
Strato di aria libero da fumo desiderato y [m] (?)
Altezza della barriera a fumo che si intende realizzare hb [m] (?)
E' presente nel compartimento un impianto sprinkler? SI
NO
Durata convenzionale dell'incendio (min)
≤5 ≤10 ≤15 ≤20 >20
Velocità di sviluppo dell'incendio Bassa Media Alta
GD=3
(Appendice C: Linee guida per la determinazione del Gruppo di Dimensionamento)

Impianto fotovoltaico

Inserire la TENSIONE IN CORRENTE CONTINUA (C.C.) [V] dell'impianto fotovoltaico
Inserire la POTENZA [kW] dell'impianto fotovoltaico
Il tetto è realizzato con materiale e con elementi portanti INCOMBUSTIBILI entrambi di classe di reazione al fuoco 0 secondo DM 26/05/1984 o A1 secondo il DM 10/03/2005 ? SI
Il tetto è realizzato con materiale NON CLASSIFICATO AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO FROOF sul cui è sovrapposto un strato di materiale di resistenza al fuoco EI 30 incombustibile con classe di reazione al fuoco 0 secondo DM 26/05/1984 o A1 secondo il DM 10/03/2005 (è sufficiente che sia garantità l'incombustibilità di almeno un layer dello strato) ? SI
Il tetto è realizzato con materiale NON CLASSIFICATO AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO FROOF ? SI
Il tetto è realizzato con materiale CLASSIFICATO AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO FROOF con gli strati ultimi di copertura (impermeabilizzazione e/o pacchetti isolanti) classificati anch'essi FROOF o F su copertura EI 30 ? SI
Il tetto è realizzato con materiale CLASSIFICATO AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO BROOF (T2, T3, o T4) ? SI
Il modulo fotovoltaico NON È CLASSIFICATO AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO ? SI
Il modulo fotovoltaico ha CLASSE 1 DI REAZIONE AL FUOCO O CLASSE EQUIVALENTE ? SI
Il modulo fotovoltaico ha CLASSE 2 DI REAZIONE AL FUOCO O CLASSE EQUIVALENTE ? SI
Nell'attività sottostante, ricadente nell'allegato I del DPR 151/11, sono presenti aree in cui è possibile la formazione di ATMOSFERE ESPLOSIVE ? SI
NO





Allegati - relazione tecnica


CARICO D'INCENDIO
Il valore del carico d'incendio specifico di progetto (qf,d) è determinato secondo la seguente relazione:
qf,d = δq1 • δq2 • δn • qf
con:
qf: carico d'incendio specifico, calcolato con la seguente formula:

δq1: parametro che dipende dalla superficie A del compartimento con riferimento alla tabella S.2-4 (Parametri per la definizione del fattore δq1);
δq2: parametro che dipende dalla classe di rischio del compartimento con riferimento alla tabella S.2-5 (Parametri per la definizione del fattore δq2);
δn: = parametro che dipende dalla misure gestionali e di protezione antincendio adottate con riferimento alla tabella S.2-6 (Parametri per la definizione del fattore δni), determinato con la seguente formula:
Essendo la superficie A del compartimento pari a 500 m2, con riferimento alla tabella seguente:

Superficie lorda del compartimento (m2) δq1 Superficie lorda del compartimento (m2) δq1
A < 500 1 2500 ≤ A < 5000 1,6
500 ≤ A < 1000 1,2 5000 ≤ A < 10000 1,8
1000 ≤ A < 2500 1,4 ≥ 10000 2

Tabella S.2-4 (Parametri per la definizione del fattore δq1)

δq1 = 1.2.

Avendo attribuito al compartimento una classe di rischio pari a II con riferimento alla seguente tabella:

Classi di rischio Descrizione δq2
I Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza 0,80
II Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da parte delle squadre di emergenza 1,00
III Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza 1,20

Tabella S.2-5: Parametri per la definizione del fattore δq2

δq2=1.

Il fattore δn con riferimento alla tabella di seguito riportata e ai livelli di prestazione attribuiti:
  • livello di prestazione controllo incendio pari a III con una rete idranti con protezione interna;
  • livello di prestazione gestione sicurezza I;
  • livello di prestazione controllo fumi e calore inferiore a III;
  • livello di prestazione rivelazione allarme è almeno III;
  • livello di prestazione operatività antincendio è inferiore a IV.

Misura antincendio minima δni
Controllo dell'incendio (Capitolo S.6) con livello di prestazione III rete idranti con protezione interna δn1 0,9
rete idranti con protezione interna ed esterna δn2 0,8
Controllo dell'incendio (Capitolo S.6) con livello minimo di prestazione IV sistema automatico ad acqua o schiuma e rete idranti con protezione interna δn3 0,54
altro sistema automatico e rete idranti con protezione interna δn4 0,72
sistema automatico ad acqua o schiuma e rete idranti con protezione interna ed esterna δn5 0,48
altro sistema automatico e rete idranti con protezione interna ed esterna δn6 0,64
Gestione della sicurezza antincendio (Capitolo S.5), con livello minimo di prestazione II [1] δn7 0,90
Controllo di fumi e calore (Capitolo S.B), con livello di prestazione III δn8 0,90
Rivelazione ed allarme (Capitolo S.7), con livello minimo di prestazione III δn9 0,85
Operatività antincendio (Capitolo S.9), con soluzione conforme per il livello di prestazione IV δn10 0,81
[1] Gli addetti antincendio devono garantire la presenza continuativa durante le 24 ore.

Tabella S.2-6: Parametri per la definizione dei fattori δni

sono stati determinati i valori δni ed il totale δn, riportati nella tabella seguente:

δn1 δn2 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9 δn10
0.9 1 1 1 1 1 1 1 0.85 1 0.765

La superficie A del compartimento risulta pari a 500 m2.

Nella tabella seguente sono riportate le energie sviluppate dai singoli materiali presenti nel compartimento:

Materiale Hi Potere Calorifico
[MJ/Kg]
gi Massa
[Kg]
mi Fatt. Part. Ψi Lim. Part. [MJ]
errore20200000.81320000
320000

Noti tutti i parametri procediamo al calcolo di:
Carico d'incendio specifico qf =320000/500 = 640 [MJ/m2]
Carico d'incendio specifico di progetto qf,d = 1.2 • 1 • 0.765 • 640 = 588 [MJ/m2]



DISTANZA DI SEPARAZIONE CON METOTO TABELLARE
L'interposizione di una distanza di separazione a cielo libero serve a limitare la propagazione dell'incendio ad altra attività o a parti della stessa attività. Tale obiettivo si raggiunge imponendo un valore limite dell'irraggiamento termico sul bersaglio non superiore a 12,6 kW/m2, valore conservativo per limitare l'innesco di qualsiasi tipo di materiale, compreso il legno.
Per il calcolo della distanza di separazione viene adotta la procedura tabellare, in particolare essendo il carico d'incendio specifico minore o uguale a 1200 MJ/m2 e precisamente pari a 640 MJ/m2 si fa riferimento alla tabella S.3-11 del DM 3/8/2015 s.m.i. di seguito riportata, dove in funzione delle dimensioni di Hi ed Bi si determinano i valori di α e β.
Dove:
Hi è l'altezza della i-esima piastra radiante relativa al piano radiante;
Bi è la base della i-esima piastra radiante relativa al piano radiante;
Le dimensioni delle piastre radianti sono state determinate con metodo grafico e riportate negli elaborati.
Attraverso la seguente formula si ricava la distanza di separazione di a cielo libero della i-esima pistra radiante:
di = αi • pi + βi
con:
pi percentuale di foratura della piastra radiante riportata negli elaborati grafici. Nel caso in questione dalla tabella in corispondenza di Hi = 2 m e Bi = 1.2 m si ricavano:

Bi
[m]
Hi [m]
3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
α β α β α β α β α β α β α β α β α β α β
31.70.52.60.33.10.23.30.23.40.23.50.23.50.13.60.13.60.13.60.1
62.01.03.50.84.60.75.30.55.90.46.20.36.50.36.70.36.80.27.00.2
91.91.43.91.35.41.26.51.07.40.88.10.78.60.69.00.59.40.59.70.4
121.81.74.11.85.81.77.21.58.41.39.31.210.11.010.80.911.40.811.80.7
151.62.04.12.26.02.27.72.09.01.910.21.711.21.512.11.412.91.213.51.1
181.42.24.02.66.12.68.02.59.52.410.92.212.12.013.11.914.01.714.91.6
211.32.43.92.96.23.18.13.09.92.911.42.712.72.613.92.415.02.216.02.1
241.12.63.73.26.13.58.23.510.13.411.73.313.23.114.62.915.82.716.92.6
271.02.73.53.56.03.88.33.910.23.912.03.813.63.615.13.416.43.317.63.1
300.92.93.43.85.94.28.24.310.34.312.24.213.94.115.54.016.93.818.23.6
400.63.22.84.55.45.27.95.510.35.712.55.714.55.716.35.618.05.519.65.3
500.43.42.35.14.86.07.46.610.06.912.37.014.67.116.67.118.67.120.47.0
600.23.51.95.64.36.76.97.59.57.912.08.214.48.416.68.518.88.520.88.5
Per valori di Bi e Hi intermedi a quelli riportati in tabella si approssima al valore immediatamente successivo. In alternativa può essere impiegata iterativamente la procedura analitica di cui al paragrafo S.3.11.3.

Tabella S.3-11: Coefficienti α e β per attività con carico d'incendio specifico qf ≤ 1200 MJ/m2

αi = 1.7;
βi = 0.5.
con:
pi = 0.3;
da cui:
Distanza di separazione di= 0.3 • 1.7 + 0.5 = 1.01 [m]



SPECIFICA RETE IDRICA ANTINCENDIO
La rete idranti è stata progettata e sarà installata e gestita in conformità alla vigente norma UNI 10779 (ver. 2021).
A seguito di valutazione del rischio incendi sono stati individuati il livello di pericolosità, la tipologia di protezione da attuare e le caratteristiche di alimentazione della rete idranti.
Il dimensionamento dell'impianto idrico antincendio è stato effettuato facendo riferimento al prospetto B.1 (Dimensionamento degli impianti - reti idranti ordinarie) della norma UNI 10779.
Livello di pericolosità Tipologie di protezione ed apparecchi considerati contemporaneamente operativi
Protezione interna3)4) Protezione esterna4)5) Durata
1 2 idranti a muro1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa
oppure
4 naspi1) con 35 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa
Generalmente non prevista ≥ 30 min
2 3 idranti a muro1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa
oppure
4 naspi1) con 60 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 Mpa
4 attacchi1) DN 70 con 300 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 Mpa ≥ 60 min
3 4 idranti a muro1) con 120 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,2 Mpa
oppure
6 naspi1) con 60 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,3 Mpa
6 attacchi1)2) DN 70 con 300 l/min cadauno e pressione residua non minore di 0,4 Mpa ≥ 120 min
1) Oppure tutti gli apparecchi installati nel compartimento antincendio, o gli attacchi previsti per la protezione esterna, se minori al numero indicato.
2)In presenza di impianti automatici di spegnimento il numero di attacchi di uscita DN 70 può essere limitato a 4 e la durata a 90 min.
3) Per compartimenti antincendio maggiori di 4000 m2 ed in assenza di protezione esterna, il numero di idranti o naspi contemporaneamente operativi deve essere doppio rispetto a quello indicato.
4)Le prestazioni idrauliche richieste si riferiscono a ciascun apparecchio in funzionamento contemporaneo con il numero di apparecchi previsti nel prospetto. Si deve considerare il contemporaneo funzionamento solo di una tipologia di protezione (interna o esterna).
5) Nelle attività con livello di pericolosità 2 o 3, per le quali non sia prevista la realizzazione della protezione esterna, si deve comunque installare, in posizione accessibile e sicura, almeno un idrante soprassuolo o sottosuolo, conforme rispettivamente alle norme UNI EN 14384 e UNI 14339, atto al rifornimento dei mezzi di soccorso dei vigili del fuoco. Ciascun idrante deve assicurare un'erogazione minima di 300 l/min per almeno 60 minuti e deve essere collegato alla rete (acquedotto) pubblica o privata o, in subordine, derivato dalla stessa rete idranti, prevedendo il contemporaneo funzionamento con la protezione interna.

In relazione alle caratteristiche dei materiali presenti nel compartimento è stato previsto un livello 2 di pericolosità ai sensi della norma UNI 10779.
Per la protezione interna è stata prevista l'installazione di 4 Naspi DN 60 che verranno distribuiti per l'intero compartimento, come riportato negli elaborati grafici, verificando che ogni punto dell'area protetta disti al massimo 20 m dal naspo.
Ai fini della verifica di raggiungibilità di ogni punto dell'area protetta, per i naspi verrà installata una tubazione semirigida di lunghezza non maggiore di 30 m, verificando, con la regola del filo teso, che lo stendimento della tubazione non sia intralciata dalla presenza di ostacoli.

Nelle seguenti tabelle si riportano le caratteristiche idrauliche dell'impianto idrico antincendio:

CARATTERISTICHE GENERALI
Livello di pericolosità Durata minima funzionamento
[min]
2 60

PROTEZIONE INTERNA
Tipo
apparecchio
Numero minimo
apparecchi operativi [1]
Portata
[l/min]
Pressione
[Mpa]
Numero
apparecchi installati
Naspo DN 60 4 60 0.3 4
[1] La norma prevede che la progettazione e verifica dell'impianto debba essere effettuata sul numero di apparecchi effettivamente installati se risultano inferiori a 4.
In questo caso sono stati considerati operativi n. 4 apparecchi.

La rete idrica antincendio, come rappresentata negli elaborati grafici, sarà realizzata con tubazione in polietilene ad alta densità nei tratti interrati mentre nei tratti fuori terra sarà prevista una tubazione in acciaio. Il collettore principale avrà caratteristiche PE100 con diametro nominale DN 100. I tratti di collegamento con gli apparecchi della protezione interna saranno realizzati con tubazioni in acciaio avente diametro nominale DN 50.
In prossimità dell'ultimo apparecchio di erogazione di ogni diramazione aperta dove è prevista l'installazione di 2 o più apparecchi di erogazione verrà installato il manometro di prova. Pertanto, all'estremità di dette tubazioni sarà previsto un attacco per manometro completo di valvola porta manometro, al fine di poter misurare la pressione residua.
All'ingresso dell'attività verrà installato il gruppo di mandata per autopompa, in luogo protetto da urti, danni meccanici e dal gelo ed in posizione tale da agevolare l'avvicinamento dell'autopompa dei Vigili del fuoco in modo sicuro anche durante l'incendio. L'attacco di mandata per autopompa sarà segnalato con apposita cartellonistica riportante la dicitura:
ATTACCO DI MANDATA PER AUTOPOMPA
Pressione massima 1,2 Mpa
RETE IDRANTI ANTINCENDIO AREA PROTETTA
______________________________________

Non avendo previsto la protezione esterna per il livello di pericolosità 2, con riferimento a quanto richiesto dalla nota 5 del prospetto B.1 della norma UNI 10779, sarà previsto almeno un idrante UNI 70, in grado di garantire un'erogazione minima di 300 l/min per almeno 60 minuti, posto in posizione accessibile e sicura, per il rifornimento dei mezzi dei Vigili del fuoco.
Saranno previsti numero 1 UNI 70 per il rifornimento dei mezzi VV.F., il cui funzionamento sarà in contemporanea con gli apparecchi della protezione interna.

Alimentazione idrica
L'alimentazione della rete idrica antincendio verrà effettuata in conformità alla norma UNI 12845. É stato previsto, in relazione al rischio incendio dell'attività, un'alimentazione di tipo singolo. Tale alimentazione sarà fornita da un gruppo di pompaggio alimentato con linea elettrica preferenziale, che attinge in una riserva idrica.
Le dimensioni della riserva idrica sono state calcolate come segue:
Volume riserva idrica=N • Q • t
con:
N = numero idranti operativi;
Q = portata minima richiesta all'idrante idraulicamente più sfavorito;
t = durata di funzionamento dell'impianto previsto dalla norma.
Considerato che è stato previsto un livello di pericolosità pari a 2 senza protezione esterna, occorre aggiungre una riserva idrica necessaria per il rifornimento degli automezzi VV.F., come previsto nella nota 5 del prospetto B.1 della norma UNI 10779.
Volume riserva idrica =(4 • 60 • 60) = 14400 [lt] = 15 m3.
Alla suddetta riserva idrica occorre aggiungere l'accumulo per il rifornimento degli automezzi non avendo previsto la protezione esterna.
Riserva rifornimento automezzi = 60 • 300 • 1 = 18000 [lt] = 18 m3.
Vasca di accumulo complessiva = (15 + 18) • 1.10 = 36.3 m3.

É stato previsto anche un incremento del volume della riserva idrica del 10% per tener conto della maggiore portata degli apparecchi erogatori posti nelle vicinanze del gruppo di pompaggio e della presenza della valvola di fondo all'interno della vasca che non consente di prelevare tutto il quantitativo di acqua presente.
Il gruppo di pompaggio verrà posizionati all'interno di un locale dotato di resistenza al fuoco non minore di R60, realizzato in conformità alla norma UNI 11292.



SPECIFICA IMPIANTO SPRINKLER
L'impianto sprinkler consente di rilevare la presenza di un incendio ed estinguerlo nello stadio iniziale con acqua. Il sistema sprinkler è costituito da un'alimentazione, da una rete di tubazioni dotate di sprinkler (erogatori) e da un complesso di valvole principali di controllo. Gli erogatori sprinkler sono disposti in posizioni specificate in funzione del livello di rischio dell'attività.
L'impianto sprinkler è stato realizzato in conformità alla vigente norma UNI EN 12845.
Per procedere alla progettazione dell'impianto, è stato preliminarmente determinata la classe di pericolo delle aree da proteggere, in funzione del tipo di utilizzo e del carico d'incendio.

Area con pericolo lieve - LH
Il materiale presente nel compartimento, avente superficie pari a 100 m2, presenta bassi carichi d’incendio e bassa combustibilità. La superficie del compartimento risulta non superiore 126 m2 e una resistenza al fuoco di almeno 30 min come previsto dalla norma UNI EN 12845.
Con riferimento al prospetto 3 della norma UNI EN 12845, avendo previsto un impianto a umido la densità di scarica di progetto è pari a 2.25 mm/min su un'area operativa di 84 m2

Prospetto 3 - Criteri di progettazione per LH, OH e HHP

Classe di pericolo Densità di scarica di progetto
[mm/min]
Area Operativa
[m2]
Impianto ad umido o preazione Impianti a secco o alternativi
LH 2.25 84 Non consentito
Utilizzare OH1
OH1 5.0 72 90
OH2 5.0 144 180
OH3 5.0 216 270
OH4 5.0 360 Non consentito
Utilizzare HHP1
HHP1 7.5 260 325
HHP2 10.0 260 325
HHP3 12.5 260 325
HHP4 Diluvio (Vedere nota)
Nota: Gli impianti a diluvio non sono trattati dalla presente norma. Necessitano di particolare considerazione.

Gli sprinkler a soffitto verranno posizionati nel rispetto delle distanze massime stabilite dal prospetto 19 seguente. In particolare trattandosi di area di pericolo LH la massima area di copertura è pari a 21 m2.

Prospetto 19 - Massima copertura e spaziatura per sprinkler diversi da quelli laterali (sidewall)

Classe di pericolo Massima area per sprinkler Distanza massima come indicato nella figura 8
[m]
disposizione regolare disposizione sfalsata
m2 S e D S D
LH 21.0 4.6 4.6 4.6
OH 12.0 4.0 4.6 4.0
HHP e HHS 9.0 3.7 3.7 3.7
Con riferimento al punto 13.4.1 dove è definita la densità di scarica come rapporto tra la portata di un gruppo di quattro sprinkler per l'area di copertura degli stessi o di un solo sprinkler per la relativa area di copertura, che non deve essere minore di 2.25 mm/min, da questo rapporto si determina l'area di copertura degli sprinkler pari a 21 m2

Distribuzione sprinkler a soffitto
Regolare Sfalsati
D e S D S
4.6 4.6 4.6

Nel posizionamento degli sprinkler verrà tenuto conto della geometria dell'edificio nel rispetto di quanto previsto al punto 12.4 della norma UNI EN 12845. La distribuzione degli sprinkler è riportata negli elaborati grafici allegati.

Dati impianto
tipo impianto Densità di scarica
mm/m2
Area operativa
m2
Fattore K Pressione
bar
Portata testina
lt/min
umido 2.25 84 57 0.7 48

Con riferimento a quanto sopra, considerato che per tale tipo d'impianto è previsto un funzionamento di 30 minuti la portata utile richiesta dall'impianto risulta la seguente:
Qutile=2.25·84·30= 5670 lt [6 m3].

Tubazioni
Le dimensioni delle tubazioni sono state determinate mediante calcolo idraulico adottando per le perdite di carico la formula Hazen-williams. Per il calcolo idraulico è stata individuata, come rappresentato negli elaborati grafici, l'area operativa sia nella posizione idraulicamente più favorevole che in quella più sfavorevole come richiesto al punto 13.4.2 della norma UNI EN 12845.
Le dimensioni delle tubazioni saranno in ogni caso non inferiori a quelle previste dal prospetto 36 di seguito riportato.

Pericolo Diametro
mm
LH 20
OH e HH tubazione orizzontale e verticale che collega uno sprinkler avente un fattore K non maggiore di 80 20
Tutti gli altri 25

Nel caso in questione trattandosi di area di pericolo LH con testina sprinkler con fattore K uguale a 57 verranno adottate tubazioni con diametro non minore di 20 mm.



SPECIFICA IMPIANTO RIVELAZIONE ALLARME
Essendo rispettate per tutti i compartimenti dell'attività tutte le condizioni di seguito riportate viene attribuito all'attività il livello di prestazione II. Pertanto la rivelazione e allarme incendio sarà effettuata mediante segnalazione manuale e sistema d'allarme esteso a tutta l'attività:
  • profili di rischio:
    • Rvita compresi in A1, A2, B1, B2, Ci1, Ci2, Ci3;
    • Rbeni pari a 1;
    • Rambiente non significativo;
  • la densità di affollamento non è superiore a 0,7 persone/m2;
  • l'attività non è prevalentemente destinata ad occupanti con disabilità;
  • tutti i piani dell'attività sono situati a quota compresa tra -10 m e 54 m;
  • il carico di incendio specifico qf non è superiore a 600 MJ/m2; (900 MJ/m2 per attività di civile abitazione)
  • non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative;
  • non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio;
Con riferimento alla tabella S.7-5 (Soluzioni conformi per rivelazione ed allarme incendio) del DM 3/8/2015 saranno previste le seguenti misure:

Livello di prestazione Aree sorvegliate Funzioni minime degli IRAI Funzioni di evacuazione e allarme Funzioni di avvio protezione attiva ed arresto altri impianti
Funzioni principali Funzioni secondarie
I - [1] [2] [3]
II - B, D, L, C - [5] [3]
III [8] A, B, D, L, C, E, F, G, H [4] [5] [3] o [7]
IV Tutte A, B, D, L, C, E, F, G, H, M, N, 0 [5] e [6] [7]
[1] Non sono previste funzioni, la rivelazione e l'allarme sono demandate agli occupanti.
[2] L'allarme è trasmesso tramite segnali convenzionali codificati nelle procedure di emergenza (es. a voce, suono di campana, accensione di segnali luminosi, ...) comunque percepibili da parte degli occupanti.
[3] Demandate a procedure operative nella pianificazione d'emergenza.
[4] Non previste ove l'avvio dei sistemi di protezione attiva ed arresto altri impianti sia demandato a procedure operative nella pianificazione d'emergenza.
[5] Con dispositivi di diffusione visuale e sonora o altri dispositivi adeguati alle capacita percettive degli occupanti ed alle condizioni ambientali (es. segnalazione di allarme ottica, a vibrazione, ...).
[6] Per elevati affollamenti, geometrie complesse, sia previsto sistema EVAC secondo norme adottate dall'ente di normazione nazionale.
[7] Automatiche su comando della centrale o mediante centrali autonome di azionamento (asservite alla centrale master), richiede le ulteriori funzioni E, F, G, H della tabella S.7-4.
[8] Spazi comuni, vie d'esodo e spazi limitrofi, aree dei beni da proteggere, aree a rischio specifico.

Tabella S.7-5: 5oluzioni conformi per rivelazione ed allarme incendio

Sono state previste le seguenti funzioni principali:
B: Funzione di controllo e segnalazione;
D: Funzione di segnalazione manuale;
L: Funzione di alimentazione;
C: Funzione di allarme incendio;
L'impianto di segnalazione manuale consente di effettuare una segnalazione nel momento in cui l'incendio sia stato rilevato dall'uomo. Il segnale viene trasmesso e visualizzato ad una centrale di controllo e segnalazione ed eventualmente ritrasmesso ad una centrale di telesorveglianza.
É previsto un segnale di allarme acustico e/o luminoso al fine di favorire un tempestivo esodo delle persone e attivare le procedure previste nel piano di emergenza.
Per la progettazione dell'impianto di segnalazione allarme è stata adottata la norma UNI 9795. Tutti i componenti utilizzati sono conformi alla norma UNI EN 54-1.
Verranno installati punti fissi di segnalazione manuale dell'incendio in conformità alle disposizioni previste dalla norma UNI 9795. In ogni zona, in cui è suddivisa l'area sorvegliata, verranno installati un numero di punti di segnalazione, in modo da essere raggiungibili con un percorso non superiore a 40 m, con un minimo di due per ogni zona, posti ad un'altezza da terra compresa tra 1 e 1,4 m. Alcuni punti di segnalazione saranno installati lungo le vie di esodo. In corrispondenza di ogni punto di segnalazione sarà riportata in modo chiaro e facilmente intellegibile le istruzioni per l'uso.
La centrale di controllo e segnalazione sarà conforme alla norma UNI EN 54-2 e verrà posizionata in luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile dal pericolo d'incendio diretto, in modo da garantire la massima sicurezza del sistema e consentire un continuo controllo in loco dal personale di sorveglianza.
I dispositivi di allarme acustici e luminosi saranno conformi a alla norma UNI EN 54-1. Le segnalazioni acustiche dei dispositivi di allarme saranno chiaramente riconoscibili e non confuse con altri segnali ed in grado di evitare rischi indebiti di panico. I collegamenti con la centrale di controllo verranno realizzati con cavi resistenti all'incendio.
L'alimentazione dell'impianto sarà conforme alla norma UNI EN 54-4. Sarà costituita da un'alimentazione primaria che verrà derivata direttamente dalla rete di distribuzione pubblica, e da un'alimentazione di riserva costituita da una batteria di accumulatori o da altra fonte di energia indipendente da quella pubblica. Nel caso di fuori servizio dell'alimentazione primaria, la stessa sarà sostituita da quella di riserva in un tempo inferiore a 15 s. L'alimentazione di riserva sarà in grado di assicurare ininterrottamente il funzionamento dell'impianto per un tempo non inferiore a 72 ore.
I cavi di connessione saranno schermati e conformi alle norme CEI 64-8 ed avranno una sezione minima non inferiore a 0,5 mm2.



SPECIFICA IMPIANTO CONTROLLO FUMI E CALORE
La misura antincendio di controllo fumo e calore ha come scopo l'individuazione dei presidi antincendio da installare nell'attività per consentire il controllo, l'evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso d'incendio.
A seguito di valutazione del rischio incendio è stato attribuito al compartimento un livello di prestazione controllo fumo e calore pari a III. La soluzione conforme prevista dal DM 3/8/2015 è la realizzazione di un impianto di evacuazione fumi e calore (SEFC), progettato, installato e gestito in conformità alla vigente regolamentazione e norme e documenti tecnici adottati dall'ente di normazione nazionale. Il presente impianto sarà realizzato in conformità alla norma UNI 9494 tenendo conto di eventuali interferenze con altri impianti di controllo incendio.

Evacuazione naturale di fumo e calore (SENFC)
L'impianto SENFC ha lo scopo di creare a pavimento uno strato libero da fumo al di sopra del quale galleggia lo strato di fumo e gas che vengono convogliati all'esterno spinti naturalmente dalla stratificazione termica. Fumi e gas caldi si raccolgono in alto nel serbatoio di fumo (compartimento a soffitto) e vengono espulsi all'esterno attraverso gli ENFC aperti. La presenza di aperture nella parte bassa consente l'afflusso di aria esterna che alimenta lo strato freddo che a sua volta spinge naturalmente all'esterno lo strato di fumi caldi.
Il compartimento in cui è prevista l'installazione dell'impianto SENFC ha una superficie A=6000 m2 e un'altezza del locale da proteggere h=8 m.La progettazione dell'impianto viene effettuata sul compartimento a soffitto As che in genere non supera il valore di 1600 m2. Nel caso in questione il valore del compartimento a soffitto ha una superficie As=1600 m2.

STU relativa al serbatoio di fumo con superficie non superiore a 1600 m2
Viene inizialmente determinato un valore della superficie di aerazione SUT con una superficie As non superiore a 1600 m2 utilizzando i prospetti 1 e 2 della norma UNI 9494. In funzione della velocità di combustione del materiale individuata di tipo media e della durata convenzionale dell'incendio stabilità in un valore ≤ 10 minuti è stato individuato, con riferimento alla tabella seguente (prospetto 1 della norma UNI 9494), il gruppo di dimensionamento GD=3. I valori della velocità di combustione e della durata convenzionale dell'incendio sono stati scelti dopo un'approfondita valutazione del rischio, facendo riferimento alle linee guida per la determinazione del gruppo di dimensionamento (appendice C).
Avendo previsto l'impianto sprinkler il gruppo di dimensionamento è stato ridotto di una unità. Pertanto, la progettazione dell'impianto di evacuazione fumi e calore è stata effettuata considerando il seguente gruppo di dimensionamento:
GD = 2

Prospetto 1 Gruppo di Dimensionamento

t
(min)
Gruppo di dimensionamento (GD)
Velocità di propagazione dell'incendio
bassa mediaa alta
≤ 5 1 2 3
≤ 10 2 3 4
≤ 15 3 4 5
≤ 20a 4 5a 5b
> 20 4 5b 5b
a) La scelta del gruppo GD 5 (in grassetto) combinazione di tempo ≤ 20 e velocità media, non richiede particolari giustificazioni.
b) In questi casi la sola installazione di Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore dimensionati con GD 5 non è sufficiente. Per raggiungere gli obiettivi di protezione di questa norma è quindi necessario adottare misure aggiuntive (per esempio sistemi automatici di spegnimento) e/o dimensionare il SENFC con criteri più restrittivi

Individuando il gruppo di dimensionamento GD=2, entrando nel prospetto 2 della norma UNI 9494 anche con l'altezza del locale h=8 e l'altezza dello strato libero dal fumo desiderato y=6.5 si individua la superficie di aerazione SUT da realizzare.

Stralcio prospetto 2 - SUT per ogni serbatoio di fumo (compartimento a soffitto)

Altezza del localea
(m)
Altezza dello strato di fumo
(m)
Altezza dello strato libero da fumo
(m)
SUT (m2)
Gruppo di dimensionamento
hzy12345
8 ≤ h < 8.55.52.51.51.92.53.34.6
5.03.02.12.83.64.86.5
4.53.52.83.95.06.68.8
4.04.03.65.26.98.911.7
3.54.54.46.59.311.815.4
3.05.05.48.111.915.720.2
2.55.56.59.914.820.726.5
2.06.08.412.218.627.234.9
1.56.511.715.223.635.247.1
1.07.017.119.931.447.766.8
a) In caso di valori intermedi deve essere scelto il valore superiore

Come riscontrabile dallo stralcio di tabella la superficie di aerazione minima richiesta STU per ogni serbatoio a soffitto risulta pari a 15.2 m2.
Gli evacuatori di fumo e calore (EFNC) dovranno rispettare per ogni singolo compartimento a fumo la seguente condizione di montaggio:
SUT = 15.2 ≤ ∑ Aa

Numero di compartimenti a soffitto e barriere a fumo
Nel compartimento con superficie di 6000 m2 saranno previsti 5 serbatoi a soffitto con superficie non maggiore di 1600 m2 delimitati da barriere a fumo. Ogni serbatoio a soffitto avrà una superficie di aerazione non inferiore a 15.2 m2. È stata prevista una superficie di aerazione totale pari a 80 m2 non inferiore al minimo richiesto dalla norma di 76 = (5 · 15.2).
Poiché l'altezza dello strato libero da fumi desiderato è pari a y=6.5 m risulta non inferiore a 4 m le barriere di fumo avranno un'altezza non inferiore a quella dello strato di fumo z=1.5 e precisamente pari a hb=1.5 m.
Negli elaborati grafici sono riportati tutti i dettagli costruttivi dell'impianto.

Superficie per afflusso aria fresca

Nella parte inferiore delle pareti perimetrali del locale da proteggere verranno realizzate aperture per l'afflusso di aria fresca. La sezione delle aperture per l'afflusso di aria fresca è stata dimensionata in funzione del valore massimo SUT dei compartimenti a soffitto determinato con il prospetto 2 della norma pari a 15.2 m2.
La norma impone che il rapporto Rs=SCT/SUT sia ≥1.5 da cui ne deriva che SCT deve essere non inferiore a 22.8.

prospetto 3 Coefficienti di correzione Cz

Tipo di apertura Angolo di apertura Fattore di correzione Cz
Porte e portoni ≥90°0.65
Lamelle apribili 90°0.65
Finestre incernierate su un lato orizzontale o su un lato verticale ≥90°0.65
Per gli angoli di apertura indicati è ammessa una tolleranza di ±5°

Nel locale da proteggere sono presenti infissi, come meglio descritti negli elaborati grafici, nei quali è stato effettuato il computo in relazione al prospetto 3 della norma, con superficie totale ∑SCT=116 m2 non inferiore al minimo richiesto dalla norma pari a 114 m2.
Il rapporto sopra richiamato può essere ridotto a Rs=1 e quindi la SCT=15.2 m2 nel caso l'aria fresca di ricambio affluisca in modo orizzontale in prossimità del pavimento e lo spigolo superiore delle aperture disti almeno 2 m dal limite inferiore dello strato di fumo e venga incrementata del 50% la SUT di ogni compartimento a soffitto.
Per la progettazione è stata adotta la soluzione SUT/SCT ≥ 1,5, con i seguenti dati:
SUT = 15.2 m2 ≤ ∑ Aa
∑SUT = 15.2 · 5 = 76 ≤ 80 m2
SCT = 22.8 m2
∑SCT = 22.8 · 5 = 114 ≤ 116 m2
N (numero di compartimenti a soffitto) = 5;
y (altezza dello strato libero dai fumi) = 6.5 m;
h (altezza del locale da proteggere) = 8 m;
hb (altezza della barriera a fumo) = 1.5 m;
z (altezza dello strato di fumo) = 1.5 m.

Dimensionamento e selezione dei componenti
I componenti devono essere scelti in base alle norme di riferimento. Essi sono:
  • ENFC;
  • alimentazioni;
  • quadri di comando;
  • barriere al fumo;
  • linee di collegamento;
  • aperture per l'afflusso di aria fresca.

ENFC (Evacuatori naturali di fumo e calore)
Gli ENFC saranno conformi alla norma UNI EN 12101-2, saranno posizionati in modo omogeneo nei singoli compartimenti a fumo verificando che la SUT sia ≤ ΣAa con Aa superficie utile del singolo ENFC e che:
  • ogni ENFC protegga non oltre 200 m2 di superficie coperta con tetto piano o con pendenza non maggiore del 20%;
  • ogni ENFC protegga non oltre 400 m2 di superficie coperta con tetto con pendenza maggiore del 20%. Verranno posti possibilmente nella parte più alta;
  • la distanza tra gli ENFC non sarà né maggiore di 20 m né minore di 5 m;
  • il centro di ogni ENFC non sarà maggiore dell'altezza h di riferimento.
  • ogni ENFC sarà munito di un comando esterno, sull'apparecchio o remoto, per permettere le operazioni di sorveglianza controllo e manutenzione.
  • lungo tutto il perimetro di ogni ENFC sarà installata una fascia di materiale incombustibile di almeno 0.5 m per isolare eventuali parti combustibili della copertura che potrebbero venire a contatto con i fumi incandescenti.
Gli ENFC saranno posizionati in modo da garantire che non ci sia trascinamento di aria all'interno dello strato di fumo (fenomeno del plugholing). Per evitare tale fenomeno occorre che siano verificate le seguenti condizioni:
  • la superficie utile di apertura di ogni ENFC Aa sarà inferiore a quella critica, calcolata come segue:
    Aa,crit=1.4•z2;
    Aa < Aa,crit = 1.4 • 1.52 = 3.15;
    con z spessore dello strato di fumo;
  • quando la distanza tra i bordi di 2 ENFC contigui sarà minore di 3•z (4.5 m) la somma delle due superfici utili dei 2 ENFC Aa1+Aa2 deve essere < Aa,crit. Pertanto nel caso in questione, laddove la distanza tra due ENFC è < 4.5 m la somma di Aa1+Aa2 sarà < 3.15 m2.
Nel caso in cui l'ENFC non sarà collegabile direttamente con l'esterno, (caso di edifici pluripiano o controsoffittatura resistente al fuoco) verranno previste canalizzazioni con la stessa resistenza al fuoco del compartimento controllato e di quelli eventualmente attraversati. La canalizzazione sarà conforme alla norma UNI EN 12101-7.

Alimentazioni
L'energia per il funzionamento dell'impianto sarà autonoma in caso d'incendio. Le alimentazioni saranno conformi alla norma UNI EN 12101-10. In funzione della pericolosità dell'attività sarà valutata l'adozione dell'alimentazione elettrica secondo la norma CEI 64-8.

Quadri di Comando
Gli elementi di comando saranno installati in posizione visibile, sicura e facilmente accessibile in caso d'incendio per il controllo del buon funzionamento dell'impianto. Tutti i dispositivi di comando saranno adeguatamente contrassegnati.

Barriere a fumo
Nel caso si dovranno installare barriere a fumo in completamento agli elementi strutturali esistenti per racchiudere i compartimenti a soffitto queste saranno conformi alla norma UNI EN 12101-1. Le barriere a fumo verranno scelte in funzione del tipo di attività (costruzione, ubicazione, altezza dell'edificio attività da proteggere, ecc). Le barriere in relazione alle esigenze saranno fisse o mobili, in materiale rigido o flessibile. In ogni caso le barriere a fumo saranno installate in modo che il compartimento a fumo delimitato non favorisca il passaggio di fumo nei compartimenti adiacenti.

Linee di collegamento
Le tubazioni delle linee pneumatiche avranno una resistenza di almeno 1.5 volte la pressione di esercizio. I supporti saranno idonei per la temperatura prevista ed in grado di sopportare i movimenti causati dalle variazioni di temperatura.
Le condutture elettriche verranno realizzate con prestazione di resistenza al fuoco almeno R30 in conformità alla norma CEI EN 50200 e alla norma CEI 20-105 per tensioni fino a 100 V e alla norma CEI 20-45 per tensioni superiori a 100 V.

Apertura per l'afflusso di aria fresca
Saranno conteggiate nel calcolo della superficie di afflusso di aria fresca esterna le seguenti aperture:
  • aperture permanenti;
  • altri dispositivi (serrande, infissi, ecc. apribili manualmente o servoazionati:
    • previsti esclusivamente per tale funzione;
    • destinati ad altra funzione e utilizzabili, con adeguati accorgimenti, anche per assolvere alla funzione.
Saranno distribuite uniformemente su almeno due pareti del locale è posizionate in prossimità del pavimento e collocate all'interno dello strato libero dai fumi, con lo spigolo superiore dell'apertura posto ad almeno una distanza di 1 m dallo strato di fumo. Tale distanza può essere ridotta a 0.5 m nel caso il rapporto Rs sia minore di 1.5.
Nel caso di dispositivi di efflusso equipaggiati con elementi di chiusura, l'apertura potrà essere azionata manualmente o servoazionata. Se presenti sistemi di blocco essi devono bloccarsi automaticamente in caso di servoazionamento.



SPECIFICA IMPIANTO FOTOVOLTAICO

L'impianto fotovoltaico verrà realizzato a regola d'arte in conformità alla linea Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici - Edizione Anno 2012 (Nota DCPREV prot n. 1324 del 7 febbraio 2012) e secondo i documenti tecnici emanati dal CEI. Tutti i componenti saranno conformi alle disposizioni comunitarie o nazionali applicabili ed, in particolare, il modulo fotovoltaico sarà conforme alle Norme CEI EN 61730-1 e CEI EN 61730-2.
L'impianto fotovoltaico pur non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, ai sensi del DPR n. 151 del 1 agosto 2011, essendo installato sulla copertura dell'attività soggetta al controllo dei Vigili del fuoco, come riportato negli elaborati grafici, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio in termini di:
  • interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori);
  • ostacolo alle operazioni di raffreddamento/estinzione di tetti combustibili;
  • rischio di propagazione delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento).
L'installazione di un impianto fotovoltaico a servizio di un'attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede gli adempimenti previsti dal comma 6 dell'art. 4 del D.P.R. n. 151 del 1 agosto 2011. (art. 4 comma 6 DPR 151/11: Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3 del presente decreto in caso di modifiche che comportano un aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio, l'obbligo per l'interessato di avviare nuovamente le procedure previste dal presente articolo ricorre quando vi sono modifiche di lavorazione o di strutture, nei casi di nuova destinazione dei locali o di variazioni qualitative e quantitative delle sostanze pericolose esistenti negli stabilimenti o depositi e ogni qualvolta sopraggiunga una modifica delle condizioni di sicurezza precedentemente accertate.) Inoltre, risulta necessario valutare l'eventuale pericolo di elettrocuzione cui può essere esposto l'operatore VV.F. per la presenza di elementi circuitali in tensione. Si evidenzia che ai sensi del D.Lgs 81/2008 dovrà essere garantita l'accessibilità all'impianto per effettuare le relative operazioni di manutenzione e controllo.
Valutazione del rischio incendio
La causa principale d'incendio di un impianto fotovoltaico è in genere legata all’invecchiamento dei materiali dei pannelli fotovoltaici (o moduli) e dei cavi elettrici costituenti l’impianto.
Altre cause d'incendio possono essere individuate in:
  • eccessivo surriscaldamento dei moduli;
  • installazione non corretta dell’impianto;
  • utilizzo di componenti impiantistiche di scarsa qualità;
  • carenza di manutenzione dell’impianto.
Il rischio di incendio può aumentare non solo per gli edifici sui quali vengono installati gli impianti e per le persone che normalmente vivono al loro interno ma anche per tutti i soggetti chiamati ad intervenire nel caso in cui si dovesse sviluppare un incendio.
Siccome l'installazione viene effettuata sulla copertura dell'attività soggetta al controllo ai sensi del DPR 151/11, occorre verificare l'impianto fotovoltaico NON COSTITUISCA UN AGGRAVIO della preesistente condizione di sicurezza, come chiarito dalla nota prot. n. 6334 del 04/05/2012, in termini di:
  1. interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori);
  2. modalità di propagazione dell'incendio in un fabbricato delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento);
  3. sicurezza degli operatori addetti alla manutenzione;
  4. sicurezza degli addetti alle operazioni di soccorso.
Nel prosieguo vengono indicate per ogni punto le misure di mitigazione del rischio nel rispetto di quanto previsto nella linea guida e la nota di chiarimento richiamate.

1. Interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori)
Il sistema di ventilazione dell'attività sottostante non subirà interferenza a seguito dell'installazione dell'impianto fotovoltaico sulla copertura. In particolare, i moduli fotovoltaici verranno posti ad almeno 1 m di distanza da tutte le aperture di ventilazione e da materiali combustibili della copertura che possono costituire fonte di propagazione di eventuale incendio dei pannelli fotovoltaici all'interno dell'attività.

2. modalità di propagazione dell'incendio in un fabbricato delle fiamme all'esterno o verso l'interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato mono compartimento);

L'installazione sarà eseguita in modo da evitare la propagazione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato, secondo quanto stabilito nell'ALLEGATO B della nota di chiarimento prot. n. 6334 del 04/05/2012 della Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica. In particolarez nel caso in questione verrà adottata la soluzione progettuale prevista nel CASO 1.I pannelli fotovoltaici verranno installati su una copertura incombustibile sorretta da elementi portanti anch'essi incombustibili di Classe 0 secondo il DM 26/06/1984 oppure Classe A1 secondo il DM 10/03/2005.

3. sicurezza degli operatori addetti alla manutenzione;
Nella nota prot. EM 622/867 del 18/02/2011 della Direzione Centrale per la Prevenzione e Sicurezza Tecnica, riguardante le procedure da attuare in caso di intervento in presenza di pannelli fotovoltaici e sicurezza degli operatori vigili del fuoco, sono riportate le indicazioni per consentire agli addetti alla manutenzione di operare in sicurezza.
Il rischio di caduta dall'alto è molto elevato, data la superficie scivolosa del pannello. Pertanto durante gli interventi di manutenzione si dovrà evitare di camminare sui pannelli fotovoltaici. Qualora ciò non fosse possibile, si dovranno adottare tutte le misure necessarie, quali ad esempio predisporre un sistema di aggancio linea vita, per proteggere il lavoratore e prevenire le cadute accidentali dall’alto.
Il rischio principale è quello di natura elettrica, in quanto occorre tenere conto che è impossibile porre fuori tensione i pannelli fotovoltaici in presenza di luce solare. Pertanto, quando si interviene, occorre fare molta attenzione a non rompere o danneggiare i conduttori o le apparecchiature elettriche, avendo cura di considerarle costantemente in tensione.
Gli operatori addetti alla manutenzione dovranno quindi tener conto dei rischi connessi alla gestione dell'impianto fotovoltaico e indossare costantemente tutti i dispositivi di protezione individuale per operare in sicurezza.

4. sicurezza degli addetti alle operazioni di soccorso
Per la sicurezza degli operatori del soccorso, la Direzione Centrale per la Prevenzione e Sicurezza Tecnica, con nota prot. EM 622/867 del 18/02/2011, ha emanato le procedure da attuare in caso d'intervento del personale Vigili del Fuoco, in presenza di pannelli fotovoltaici.
Dalla nota si evince che i principali rischi sono connessi alla caduta dall'alto e alla inalazione di prodotti tossici, nocivi e cancerogeni che si sviluppano a seguito dell'incendio dei pannelli fotovoltaici, oltre al rischio di natura elettrica insito all'impianto stesso. Il personale operativo dei Vigili del Fuoco risulta formato per operare in sicurezza in presenza di impianto fotovoltaico.
Le suddette procedure sono state illustrate anche al personale interno all'attività addetto all'antincendio, che potrà attivarsi in caso d'incendio secondo le procedure previste nel piano di emergenza, in attesa che arrivino le squadre dei Vigili del Fuoco.
Altri adempimenti di progettazione
  • I moduli fotovoltaici e le condutture elettriche saranno posizionati sempre in modo da consentire il corretto funzionamento e la manutenzione di eventuali evacuatori di fumo e di calore (EFC) presenti, nonché tener conto, in base all'analisi del rischio incendio, dell'esistenza di possibili vie di veicolazione di incendi (lucernari, camini, ecc.). In ogni caso i moduli, le condutture, gli inverter, i quadri ed altri eventuali apparati non dovranno essere installati nel raggio di 1 m dagli EFC;
  • In presenza di elementi verticali di compartimentazione antincendio, posti all'interno dell'attività sottostante al piano di appoggio dell'impianto fotovoltaico, i moduli fotovoltaici saranno posizionati ad ameno 1 m dalla proiezione di tali elementi;
  • L'impianto Fotovoltaico sarà provvisto di un dispositivo di comando di emergenza, ubicato in posizione segnalata ed accessibile che determini il sezionamento dell’impianto elettrico all’interno del compartimento/fabbricato nei confronti delle sorgenti di alimentazione, ivi compreso l’impianto fotovoltaico;
  • I componenti dell'impianto fotovoltaico non saranno installati in luoghi sicuri né saranno di intralcio alle vie di esodo;
  • Le strutture portanti, ai fini del soddisfacimento dei livelli di prestazione Resistenza al fuoco previsti per l'opera da costruzione, saranno verificate e documentate tenendo conto delle variate condizioni dei carichi strutturali sulla copertura, dovute alla presenza del generatore fotovoltaico, anche con riferimento al DM 14/01/2008 (Norme tecniche per le costruzioni);
  • Gli elementi pericolosi dell'impianto fotovoltaico in tutti i varchi di accesso e il dispositivo di emergenza saranno evidenziati con la seguente segnaletica:
Documentazione
A termine della realizzazione dell'impianto dovrà essere prodotta la seguente documentazione:
  • dichiarazione di conformità di tutto l'impianto fotovoltaico e non delle singole parti, ai sensi del DM 37/2008, compreso i moduli fotovoltaici;
  • Descrizione del materiale costituente il tetto e le strutture portanti incombustibili in ogni loro parte;
  • Documentazione a firma di tecnico abilitato attestante che il livello di prestazione Resistenza al Fuoco dell'opera da costruzione non è variato, a seguito dell'incremento delle condizioni di carico sulla copertura, dovuto alla presenza del generatore fotovoltaico (moduli fotovoltaici e staffaggio), anche con riferimento al DM 14/01/2008 (Norme tecniche per le costruzioni).








Risultato dell'elaborazione

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